Reconnect

Progetto drammaturgico, regia e disegno luci di Steve Cable

con Silvia Oteri
Musiche  di Andrea Cable

Scenografia: Emanuele Salamanca

Riprese video: Ruggero Tornatore


Un unico lungo spazio scenico. Ai lati, una di fronte all’altra, due file di sedie, di corpi, di occhi. Spettatori? Testimoni? Partecipanti al rito? Due file di esseri umani che condividono uno spazio, sguardi che si incrociano, corpi in presenza e in mezzo.. un corpo, una presenza fisica, un essere umano che respira e esplora, che gioca e ricerca, che si contorce e si trasforma. Una donna che si trova all’interno di un sogno che sembra reale e al tempo stesso in una realtà che pare sogno. Una donna che affronta un viaggio onirico, un passare da uno stato all’altro, una continua trasformazione e trasfigurazione del Sè. Un personalissimo pellegrinaggio che dalla solitudine e l’ansia porta alla conoscenza di sé. Un percorso ad ostacoli che, come in una fiaba, premia chi non si arrende e che porta in maniera circolare, attraverso mondi paralleli, a se stessi. Un corridoio fatto da due file di persone. In mezzo un corpo irrequieto, uno sguardo determinato e curioso. E in fondo al corridoio? Una porta. Una grande porta. Una grande porta e una semplice domanda: Cosa c’è dietro la porta?
Reconnect è la nuova produzione di Teatro Argentum Potabile, un progetto ideato per Silvia Oteri che sfrutta una delle diverse possibilità di messa in scena non-canoniche offerte dallo spazio ‘Roots’. Rappresenta una nuova tappa nel recente percorso di ricerca di Steve Cable verso un Teatro non-verbale, fisico, d’immagine, un Teatro corporeo di forte impatto emotivo. Come per ‘It lives! It breathes!’, le musiche originali di Andrea Cable fanno parte integrante dell’intera pièce e come per ‘It lives!’ i partecipanti si trovano ‘dentro’ lo spazio scenico a vivere un viaggio verso l’ignoto, un Gioco serio, una trasgressione sacra. In momenti storici di particolare smarrimento e solitudine, abbiamo bisogno più che mai di ritrovarci, di riconnetterci. Riscoprire L’essenziale.